non mais c'est quoi ce titre ?

je le change si ça ne te dérange pas

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y doit pas y avoir beaucoup de chansons de 2'30 sur la superbe

Grandeur e sentimento: Benjamin Biolay

È il racconto di un mese nella vita di un uomo, da un 15 agosto a un 15 settembre, suggeriscono i titoli di due canzoni. Nel mezzo, una storia sentimentale che va a rotoli: "Tu Es Mon Amour", "Miss Catastrophe", "Reviens Mon Amour" e "Melancolique" gli snodi narrativi intorno a cui si dipana la vicenda. «Tutto è personale, ma niente è autobiografico», puntualizza l'autore, temendo evidentemente che si tracci uno sbrigativo parallelo con la sua love story con Chiara Mastroianni (insieme alla quale cinque anni fa pubblicò anche un disco a quattro mani e due voci, Home), chiusa dal divorzio nel 2005. Certo è che l'opera dell'artista francese, suo quinto album in otto anni d'attività, ha proporzioni ambiziose: 22 brani divisi equamente fra due dischi, per una durata complessiva che supera l'ora e mezza. E per realizzarla Biolay ha dato fondo al proprio vocabolario musicale, che agli estremi espressivi contempla atmosfere notturne al profumo di jazz ("La Toxicomanie", che fa molto Chet Baker) e improvvise accelerazioni punk (nella trasferta a "Buenos Aires"). Come centro di gravità, la rielaborazione di un certo canone della chanson française equidistante fra il ghigno beffardo di Gainsbourg (evocato tra folate d'archi nell'episodio che apre e intesta il lavoro, così come nel reggae ruffiano di "Padam") e l'aplomb aristocratico di Étienne Daho (a cui rimandano "Assez Parlé de Moi" e "Jaloux de Tout"). Ma il trentaseienne lionese vale più di un semplice morphing fra quei due archetipi: declina infatti a modo suo le regole del romanticismo citando quali fonti d'ispirazione gli anglofoni Lennon e Smiths, per quanto da sempre usi per esprimersi la madrelingua. L'effetto è convincente in una ballata ombrosa ed elegante come "15 Aout", nel pop rock frizzante di "Si Tu Suis Mon Regard", nella melodia ariosa e ispirata di "L'Espoir Fait Vivre" o nello spleen cameristico di "Raté". Semmai è nell'insieme che La Superbe perde a tratti di coesione, vittima della propria stessa grandeur. La cifra qualitativa rimane tuttavia elevata, tanto nella scrittura quanto nelle orchestrazioni (di cui Biolay è maestro: si pensi agli arrangiamenti d'archi da lui curati nell'ultima impresa discografica della première dame Carla Bruni, di cui ora è finanche compagno d'etichetta discografica), e quindi lo status del personaggio - ormai figura chiave nel panorama della musica pop d'oltralpe - non può che uscirne rafforzato.


Alberto Campo

http://www.giornaledellamusica.it/edicola/?id=104128

je comprend pas l'italien , mais je sais pas pourquoi j'ai l'impression de savoir tout ce qui se dit dedans

je comprends l'italien et je confirme

l'article scanné par somilan